Vegan, cruelty-free, animal-free. Le etichette sono tante, ma l’idea di base è sempre la stessa: molti dei beni che acquistiamo vengono prodotti provocando inutili sofferenze agli animali e sono sempre di più le persone che scelgono di dire no a queste modalità di produzione. Non si tratta solo di scelte alimentari, si tratta di modificare il proprio atteggiamento di consumo e di acquisire maggiore consapevolezza in merito ai nostri acquisti. Naturalmente, l’argomento è vastissimo, qui però ci concentriamo su un prodotto in particolare: la pelle di origine animale.
Cosa c’è dietro la produzione della pelle?
A meno che non abbiate scelto di adottare un regime alimentare vegano, probabilmente non avete mai prestato troppa attenzione all’origine dei capi in pelle. In molti credono che la pelle sia il prodotto di scarto dell’industria della carne e che gli animali utilizzati per produrla siano comunque destinati al macello.
In realtà, secondo un rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti la pelle animale rappresenta il “sottoprodotto economicamente più rilevante” dell’industria dell’allevamento intensivo: per gli allevatori, il pellame è un grossissimo guadagno, non un prodotto di scarto e il successo di macelli ed aziende di latticini è strettamente correlato alla vendita delle pelli. Inoltre, alcune specie di animali vengono cacciate ed uccise solo ed esclusivamente per la loro pelle: tra queste ci sono i canguri, i rettili, gli uccelli e, soprattutto in Cina, anche cani e gatti. La questione, però, si fa ancora più drammatica quando si parla dei metodi barbari con cui questi animali vengono uccisi e scuoiati.
La concia della pelle, infine, prevede l’utilizzo di sostanze chimiche particolarmente dannose per l’ambiente.
Ma esistono alternative valide alla pelle?
La risposta è sì. Anche se è opinione diffusa che queste non siano altrettanto durevoli e resistenti. Grazie alle moderne tecniche di produzione, in realtà, la finta pelle ha ormai tutte le carte in regola per competere con la vera pelle: garantisce una resistenza similare, è più leggera, ugualmente traspirante, si pulisce con facilità usando sapone di marsiglia o latte detergente, senza tralasciare che il suo ciclo produttivo ha un impatto ambientale molto più basso rispetto a quello della pelle.
La scelta di Paul Meccanico
Le borse e le cinture Paul Meccanico vengono prodotte solo con materiali cruelty free come la finta pelle e il telone camion, inoltre la produzione coinvolge laboratori artigianali nel raggio di trenta chilometri dalla nostra sede creativa riducendo al massimo l’impatto dei trasporti sull’ambiente.
E tu, cosa ne pensi? Sei ancora convinto che la pelle sia la scelta migliore?